Recensione: "Io dopo di te" di JoJo Moyes

Ci sono libri che si concludono in un modo perfetto. Magari non hanno il lieto fine che speravamo, magari ci siamo arrabbiati con l'autrice per  averci spezzato il cuore, ma nonostante tutto la storia aveva un suo finale e i cerchi venivano chiusi.
Ci sono storie per le quali sentiamo la necessità di sapere qualcosa di più, di sapere che strade hanno intrapreso i personaggi, di sapere come sono cresciuti, cos è accaduto loro dopo un determinato evento, e ci sono storie che credo debbano rimanere in qualche modo sospese nel tempo e nello spazio. Senza un prima e un dopo. 
"Io prima di te" è una di queste storie.





Titolo: Dopo di te
Autore: Jojo Moyes
Editore: Mondadori
Pagine: 380




Non tornerò sul primo libro della duologia dato che ve ne ho già ampiamente parlato qui. Quello che posso dire è che non sentivo la necessità di dare un seguito a quella storia che per me era perfetta così com'era. Ho percepito "Dopo di te" estremamente tirato, come se servissero degli escamotage per poter andare avanti, per poter avere ancora qualcosa da raccontare che non fosse una normale storia d'amore.
L'autrice fortunatamente per noi però ha un dono; quello di saper scrivere intrattenendo senza mai annoiare. Ha una scrittura coinvolgente che ti porta a lasciarti trascinare per centinaia di pagine senza che tu te ne renda conto. Ha una scrittura semplice ma bellissima proprio per questa semplicità. Riesce a penetrarti dentro e farti sentire tue certe emozioni e certi pensieri.
Anche in questo caso quindi, nonostante la storia della ragazzina sia inverosimile non risulta mai pesante, sia per questa capacità della Moyes, sia per la familiarità che hai con i personaggi.

La storia riprende dal punto in cui ci si era interrota. Avevamo lasciato Louisa in un bar a Parigi con l'ultima lettera di Will tra le mani. Una lettera in cui la spronava ad uscire dal guscio, a vivere finalmente quella vita che aveva sempre vissuto a metà. Ritroviamo però una ragazza distrutta dal dolore, incapace di dimenticare la persona che amava, incapace di lasciarlo andare, e incapace di non porsi quella domanda: "E se avessi fatto qualcosa in più"?

"Restai in attesa di tornare a sentirmi viva, Nove mesi dopo stavo ancora aspettando."

La sua vita si divide tra un piccolo e squallido appartamento e un altrettanto triste lavoro in un bar dell'aeroporto finchè... un giorno una ragazza di 16 anni non suona alla sua porta affermando di essere la figlia di Will. Una figlia che lui non sapeva di avere.
Questa è l'idea che ho trovato più tirata, così come tutta la storia che ruota attorno a questa ragazza di 16 anni. 
Ho visto troppe volte usare questo espediente per tenere viva l'attenzione dimostrando di avere ancora qualcosa da raccontare. L'ho visto nell'ultima stagione di Ally McBeal, quando appare alla sua porta una figlia che lei non sapeva di avere, l'ho visto in Gilmore Girls, quando una ragazzina si presenta a Luke come sua figlia...insomma è una carta che ho visto giocare molte volte e che mi ha fatto sempre storcere un po' il naso. Ho sempre percepito questa scelta troppo tirata, e anche questo caso non fa eccezione.

Iniziano quindi una serie di disavventure con questa adolescente per nulla mansueta. Una ragazza che vuole conoscere i suoi nonni, persone che non ha mai visto, e con le quali però vorrebbe abitare per poter allontanarsi da sua madre, una donna con la quale ha un pessimo rapporto. Questo è uno dei tanti comportamenti che ha contribuito a farmi percepire inverosimile tutta la vicenda. Per quanto queste persone fossero dei parenti della ragazza, rimangono comunque degli estranei, due persone che lei ha visto per pochi minuti e delle quali non sa nulla. Trovo difficile immaginare che una ragazzina di 16 anni potrebbe comportarsi in questo modo.
Il personaggio di Sam, altra new entry, mi è invece piaciuto davvero molto così come la storia d'amore con Louisa. Una storia in cui Lou è sempre sulla difensiva, non vuole considerarla una relazione, non può farlo perchè a quel punto la sua felicità sarà di nuovo nelle mani di un'altra persona. Una persona che potrebbe lasciarla sola di nuovo. Ma non sempre si può decidere quando innamorarsi di qualcuno.

"Era la risposta  a una domanda che non mi ero nemmeno accorta di essermi posta."



Come vi dicevo all'inizio la Moyes scrive davvero bene e ha la capacità di farti percepire le paure e i timori di una ragazza che non riesce a superare un lutto e che non riesce a lasciarsi andare ad un nuova storia per  paura di perdere di nuovo qualcuno.


"D'un tratto fui grata di avere un uomo solido al mio fianco, in un mondo in cui era così facile cadere."

Non posso assolutamente dire che la storia non mi sia piaciuta, che abbia faticato ad andare avanti, che non abbia trovato piacevole la lettura. Quello che posso dire però è che certe cose sono perfette così come sono. Non serve aggiungere altro.

IL MIO VOTO:



 IMPRONTE DAL LIBRO

"Mi manca quella possibilità di andare da lui e chiedergli "cosa ne pensi?"

"Nessuno può guardare avanti senza gettare uno sguardo indietro."