Io e te di Niccolò Ammaniti - Recensione



Volevo leggere qualcosa di carino, di poco impegnativo dal punto di vista emotivo ma che fosse comunque una lettura piacevole. Da una vita ormai sentivo tessere lodi sulle opere di Ammaniti e così mi sono decisa ad avvicinarmi a lui con questo breve racconto: "Io e te". Come vi dicevo volevo qualcosa di emotivamente poco impegnativo, non so perchè avessi assoociato la brevità a questa caratteristica, ma quello che è certo è che ho commesso un grave, grave errore pensando che avrei trovato solo semplice e leggero racconto tra le sue pagine.
Dovevate avvertirmi che alla fine ci sarei rimasta malissimo. Dovevo prepararmi psicologicamente all'ultima pagina.


TITOLO: Io e te
AUTORE: Niccolò Ammaniti
EDITORE: Einaudi
PAGINE: 117





Lorenzo è un adolescente particolare. Si sente diverso dai suoi coetani ma cerca comunque di imitarne i comportamenti nel tentativo di confondersi tra di loro. Non per diventare come loro, perchè non gli interessa, semplicemente per essere invisibile e poter continuare a vivere nel suo mondo che è completamente concentrato attorno a se stesso.
Quando era bambino lo psicologo disse che aveva un disturbo narcisistico che lo portava ad interessarsi solo di sè e di poche persone che appartenenvano alla sua sfera familiare. Potebbe essere semplicemente definito come uno dei tanti ragazzi che non si sente a suo agio con gli altri. 
Ed è proprio per rimanere solo con se stesso che finge di essere stato invitato in montagna da una sua compagna che aveva organizzato una vacanza con alcuni amici della sua classe. Sua madre vede il falso invito come la prova che suo figlio sta bene, che è riuscito a superare tutti i suoi problemi  diventando un ragazzo normale con degli amici.
In realtà però questa scusa serve a Lorenzo per potersi chiudere in una cantina per diversi giorni semplicemente per vivere nel suo mondo, dove non esiste altro che lui...almeno fino al momento in cui la sua sorrelastra Olivia, di dieci anni più grande, non farà capolino proprio in quella stanza cambiando per sempre tutta la sua vita.
Due persone che non potrebbero essere più diverse ma che nello stesso tempo condividono una stessa condizione: il sentirsi inadeguati in un mondo che sembra andare in una direzione diversa dalla loro. In fondo l'adolescenza non è così diversa dall'inizio dell'età adulta.
Olivia è una ragazza problematica, difficile e piena di problemi più grandi di lei, che però in quei pochi giorni cambierà per sempre la vita di Lorenzo, perche forse due è il numero giusto per poter affrontare la vita, per poter fare un passo in una direzione diversa, per poter cambiare o  semplicemente per andare avanti; io e te.

Un racconto con il quale Ammaniti cerca di puntare la lente sul mondo dei giovani e della nuova realtà delle famiglie allargate, e lo fa scegliendo due figure che potrebbero facilmente cadere nel facile gioco degli stereotipi: la tossica e il ragazzo emarginato. Un ragazzo che cerca di fuggire dal mondo e una ragazza che all'improvviso lo imprigiona in una stanza mettendogli davanti ciò che di peggio c'è fuori da quelle quattro mura.
Il modo in cui però l'autore affronta la storia, la prosa scarna con cui racconta le vicende e la caratterizzazione dei personaggi hanno reso tutto fin troppo reale e poco stereotipato.
E' un racconto piuttosto breve, quindi non posso svelarvi più di questo senza rischiare di rovinarvi la lettura. Quello che temo nei romanzi brevi o nei racconti, è che molto venga tralasciato per chiudere in fretta la narrazione. Ho sempre il timore che il lettore avverta lacune nella storia, nei personaggi o nelle dinamiche della vicenza. Invece è perfetto così.  Con le sue 117 pagine. Non ne serviva una di più.

GIUDIZIO


 CITAZIONI

"Le cose, una volta pensate, che senso c'è di dirle?"

"Caro Lorenzo, mi sono ricordata che un'altra cosa che odio sono gli addii e quindi preferisco filare prima che ti svegli. Grazie per avermi aiutata. Sono felice di aver scoperto un fratello nasconsto in una cantina!"


Il NOKIA 3310 torna in versione smartphone

Questa potrebbe davvero essere una grande genialata! Ho scritto proprio qualche giorno fa un articolo dedicato ai vecchi telefonini che hanno animato la mia adolescenza e ieri mi ritrovo davanti la notizia che uscirà un nuovo modello del famoso Nokia 3310 ma in formato smartphone. Ditelo che lo avete fatto per me, su non siate timidi!


Bisogna ammettere che era da un bel po' di tempo che la Nokia non finiva sotto i riflettori o sulle pagine di giornali e blog, almeno da quando è iniziata l'era degli smartphone.
Ammettiamolo, il lumia non poteva tenere testa ai modelli che supportavano android e iOS ... non me ne vogliano gli utilizzatori o amanti del lumia ma l'ho visto in funzione e ...proprio non ci siamo.

Credevo che ormai non avrei più sentito parlare di questo brand e invece mi ritrovo catapultata indietro nel tempo di almeno 15 anni vedendo questo modello che nel design è identico al cellulare che popola i miei ricorda ma che, da quanto si dice, supporterà Android, diventando a tutti gli effetti uno smartphone.
Potremo quasi definirlo il primo smartphone vintage della storia.

Non si sa ancora praticamente nulla in merito alle caratteristiche tecniche che avrà questo modello.
La presentazione ufficiale dovrebbe avvenire durante il MWC di Barcellona. Dalle indiscrezioni trapelate però sembra che si tratterà di due distinti modelli: il Nokia 3 e il Nokia 5.

Il primo avrà un prezzo di circa 150 euro, display da 5,3 pollici, 2 GB di Ram e 16 GB di memoria. La fotocamera sarà di 13 MP e girerà su Android.
Il Nokia 5 invece costerà sui 250 euro circa, 2 GB di Ram e fotocamera da 13 MP e processore Snapdragon 430.

Più di questo per ora non sa...attendiamo di vedere i primi modelli sul mercato e sarà subito 2002 again.

Principesse dimenticate o sconosciute - Recensione

Davanti alla parola "principesse" associata ad un libro illustrato, viene subito spontaneo sospirare in modo annoiato pensando di ritrovarsi tra le mani il solito libro, con le solite principesse.
E invece no. Con questo libro entrerete in un mondo diverso, fatto di brevi racconti che hanno quasi la parvenza di una filastrocca, divertenti annotazioni e meravigliose illustrazioni che vi permetteranno di scoprire e conoscere delle principesse decisamente...alternative.

TITOLO: Principesse sconosciute o dimenticate
EDITORE: Rizzoli
AUTORE: Philippe Lechermeier - Rebecca Dautremer
PAGINE: 89








Il libro si intitola proprio "principesse sconosciute o dimenticate" per farvi capire sin dalla copertina di non aspettarvi le classiche storie di Cenerentola o Biancaneve, perchè non troverete le beniamine più famose delle fiabe tra queste pagine se non qualche richiamo nelle annotazioni, che a mio avviso sono la cosa più carina e riuscita del libro.
Conoscerete invece la principessa "Sprofondina" che ha fatto della pigrizia il suo motto e che ha fatto inserire nello stemma della sua famiglia la frase "Silenzio, sto dormendo." 
Come vi dicevo i richiami alle principesse più classiche non mancano e nelle note della principessa Sprofondina potrete scoprire che appartiene alla stessa famiglia della "bella addormentata nel bosco."
Ogni principessa offre inoltre lo spunto e il pretesto per parlare nelle note a margine di altre caratteristiche o accessori che riguardano il loro mondo. In questo caso per esempio nelle note, vi raccontano qualche annedoto carino sui "letti a baldacchino".

La principessa Sprofondina

Altra principessa che incontrerete in questo libro è la principessa "Quattrocchi" rappresentata da una ragazza sprofondata in una poltrona con gli occhiali e un libro in mano. Come dice il breve testo riportato a fianco dell'illustrazione, la principessa Quattrocchi "legge tutto ciò che le capita a tiro: racconti di fantasia, poesia, filosofia e romanzi di chicchesia".
A lei si contrappone invece la principessa "Anna Alfabeta" che scrive commettendo un sacco di errori. 

La principessa Quattrocchi

Non troverete però solo personaggi simpatici e positivi ma anche principesse decisamente più cupe e tetre come la "principessa della Notte", che fa paura alla sua stessa ombra e dorme in una tomba.

Avrete modo quindi di scoprire delle principesse decisamente alternative e di ammirare le illustrazioni di Rebecca Dautremer, illustratrice francese che ha iniziato la sua carriera negli anni Novanta e che è oggi considerata una degli artisti contemporanei più conosciuti. 
Come potrete vedere il suo stile è decisamente originale e inconfondibile, un tratto ricercato e molto elegante.
In alcune tavole i colori sono molto accesi e d'impatto mentre in altre sembra quasi un acquerello.

Questo romanzo può essere indubbiamente considerato un libro per bambini, scritto in modo molto semplice e simpatico con piccoli testi che sembrano quasi delle filastrocche, ma può risultare a mio avviso una lettura piacevolissima anche per un adulto che si ritroverà a sorriedere ma anche a cogliere qualcosa in più nelle annotazioni a margine per nulla così scontate.

Annotazione

GIUDIZIO 

 CITAZIONI

"Dormire è come raccontarci delle storie che non conosciamo ancora."

"Ballare è come volare senza alzarsi da terra."

"Tenere a mente di non dimenticare di ricordare."

"La foresta è il giardino segreto del mondo."

"Il sole è una stella che brilla quando le altre si sono addormentate."

La mia vita in formato celluare

Sapete che di tanto in tanto divento nostalgica e mi metto a pensare al passato. Forse capita più frequentemente in certi periodi del mese, forse.
Proprio qualche ora fa mi sono ritrovata a pensare a tutti i cellulare che hanno fatto parte della mia vita fino a questo momento.
Ho avuto un solo ragazzo ma molti cellulari. Che volete farci?
Il primo è stato nel lontano 1999 ed era un panasonic GD 30 regalo dei miei genitori per il superamento dell'esame di terza media.


Erano i primi cellulari in circolazione, pesavano come un telecomando e ne avevano anche l'aspetto ma potevi spostarti continuando a comunicare con un'altra persona e mi sembrava la cosa più futuristica del mondo.
Ricordo ancora il primo messaggio mandato per provare con un' amica che aveva acquistato il mio stesso telefono. Ci siamo scritte solo "ciao" ma vederlo arrivare sul mio telefono con quell'iconcina a forma di busta... niente mi sembrava di essere nel futuro.

Quel telefono duro circa due anni, poi arrivò lui, il Nokia 3330

Chiunque abbia la mia età sa quanto fosse alla moda questo telefono. Dovevi averlo per forza. Potevi cambiare addirittura la cover, non so se capite l'importanza di questa cosa!
Ma oltre alla cover aveva le mitiche suonerie polifoniche, tutto un altro pianeta rispetto al vecchio panasonic.
Il nokia 3330 era davvero indistruttibile. Non ricordo nemmeno quanti voli abbia fatto nella sua lunga e travagliata esistenza in mia compagnia, ma non si è mai minimamente scheggiato.
Lo ricordo ancora con immenso affetto. E le mille partite a snake?
Pausa asciugatura lacrime.

Al momento del mio diploma iniziavano però a circolare i primi cellulari a colori. E a quel punto "suonerie polifoniche??? pfff roba vecchia amico!" Dovevi avere un telefono a colori.
Fu proprio per il diploma che i miei genitori mi regalarono il Panasonic X70. Questo ragazzi era il futuro! Telefono a colori con lo sportellino! Appena lo presi in mano mi sentii Paris Hilton! Mi mancava giusto il cane-topo nella borsa!
Lo ritengo il telefono migliore che ho avuto prima dell'era degli smartphone. Era davvero un ottimo cellulare. Solido, con una buona memoria, design accattivante e aveva anche la fotocamera. Il primo telefono che poteva scattare delle foto. Dovrei averle ancora nel computer, sono in formato "prendi una lente d'ingrandimento se vuoi vedere qualcosa" però restano un bel ricordo.

Quando un paio di anni dopo ho iniziato a lavorare ho avuto la pessima idea di prendere il Motorola V3


Il peggior cellulare che ho avuto la sfortuna di comprare. Design carino per carità ma funzionalità pessime. Con soli sei, e dico sei sms il telefono non permetteva di ricevere ulteriori messaggi, se prima non cancellavi quelli che avevi salvato (ripeto sei!!!) e capitava spesso che arrivassero più messaggi contemporanemanete e alcuni si perdessero nell'etere arrivando solo mille anni dopo lo svuotamento dell'archivio (che ripeto se non si fosse capito conteneva solo sei dannati messaggi).
Inutile dirvi che ha avuto vita breve nelle mie mani quel cellulare. O lui o la mia sanità mentale, così ho preso l'ultimo telefono prima di passare all'era degli smartphone: il Nokia C3

Altro grande cellulare che ho avuto la fortuna di provare. Mi ci sono trovata davvero molto bene. Certo, ho dovuto abituarmi un attimo alla tastiera diversa e quindi a digitare in modo diverso, però nel giro di un paio di giorni era come se lo usassi da sempre.
Sia come design che come funzionalità ne conservo davvero un ottimo ricordo.

Dopo questo telefono è iniziata l'era degli smartphone e da allora ho utilizzato l'i-phone 4s e ora l'i-phone 6
Su questi ultimi telefoni non dirò nulla dato che potrete trovare tutte le opinioni in rete e stillate da persone ben più competenti di me in campo tecnlogico.
Indubbiamente ripensando al passato non posso non ricordare le attese per avere la christmas card o la summer card dove per un mese potevi mandare 100 sms al giorno.



Vi ricordate poi come tentavamo di creare delle suonerie utilizzando i vari tasti del tastierino del telefono? o come cercavamo di scaricare sfondi (osceni) gratuiti pregando di non aver attivato qualche servizio in abbonamento?
E per qualsiasi dubbio c'era il sito telefonino.net
Era la bibbia dei cellulari.

Una stanza piena di gente di Daniel Keyes - Recensione

Billy Milligan nel 1977 venne arrestato con l'accusa di aver rapito e violentato tre studentesse universitarie. Al momento dell'arresto però sembrava in stato confusionale, non ricordava nessuno degli eventi dei quali veniva accusato e cambiava continuamente comportamento.
Al momento della perizia psichiatrica scoprirono che all'interno del corpo di Billy convivevano 24 personalità diverse; Billy era affetto dal disturbo dissociativo della personalità.



TITOLO: Una stanza piena di gente
AUTORE: Daniel Keyes
CASA EDITRICE: Nord
PAGINE: 535







Una biografia agghiacciante quella che leggerete tra queste pagine. Nella prima parte del libro seguirete l'arresto di Billy, le accuse, il processo e i primi incontri con gli psichiatri fino alla formulazione della diagnosi di disturbo dissociativo della personalità. I vari medici che si susseguono sulla scena arrivano scettici e convinti che Billy stia simulando le diverse personalità, entrando in contatto con lui però, uno dopo l'altro arrivano a confermare la diagnosi.
I diversi quozienti intelletivi, i diversi accenti, le diverse lingue e attitudini non possono essere una semplice simulazione.
Insieme ai vari psichiatri arriverete anche voi ad incontrare una dopo l'altra le 24 personalità di Billy.
Conoscerete Christene, una bambina di 3 anni estremamente intelligente ma affetta da dislessia, o  Danny, un ragazzo di 14 anni, colui che è perennemente spaventato da quando il padre adottivo lo sepellì vivo dentro una fossa. C'era lui quel giorno nel corpo di Billy.
O ancora Ragen, un uomo slavo di 23 anni che parla con un marcato accento dell'est ed emerge quando Billy è in pericolo per difendere se stesso e tutti gli altri.
Le varie personalità sono consapevoli dell'esistenza l'una dell'altra, ci sono quelle dominanti come Ragen o Arthur che decidono chi deve uscire e quando, e poi c'è Billy, che è stato messo "a dormire" dalle altre personalità da molti anni dopo il tentativo di suicidarsi.

Ma... come mai si è manifestato questo disturbo?

Qualsiasi lettore davanti a questa biografia arriverebbe a chiedersi come mai in un bambino come Billy si sia verificata una simile dissocazione delle personalità.
Nella seconda parte della storia scoprirete come tutto ha avuto inizio. Scoprirete quale inferno sia stata la vita di Billy, con un padre naturale che si è suicidato, una madre che si è risposata troppo presto con un uomo estremamente violento che arrivò ad abusare ripetutamente di Billy. Proprio in seguito a questi abusi si è verificata la prima dissocazione. Billy non voleva più essere Billy.

Nei vari momenti di tensione, pericolo o paura sono poi emerse le altre personalità che ignoravano ciò che stava succedendo e vivevano in una grande confusione. Immaginate di essere in procinto di andare al lavoro e un attimo dopo di ritrovarvi su un aereo diretto non sapete dove. Questo è quello che viveva Billy in quei primi anni in cui le varie personalità si alternavano in stato ancora molto confusionale.
Lentamente arrivano a conoscersi e prendere consapevolezza di quello che sta succedendo e della depressione di Billy che lo spingerà su un cornicione nel tentativo di uccidersi. Da quel giorno, per diversi anni, Billy non sarà più una personalità attiva nel suo corpo. Le altre prenderanno il sopravvento per proteggere Billy e loro stesse.
Seguirete quindi la storia di Billy fino alla sera delle agressioni e scoprirete quale delle personalità è colpevole dell'abuso e il motivo che l'ha spinta a commettere un simile gesto.
Vi verrà poi raccontato del processo e dei vari trasferimenti nei diversi ospedali psichiatrici e delle cure alle quali è stato sottoposto.
Non potrete non provare compresione per un uomo che ha vissuto un inferno simile. Nemmeno voi avreste voluto essere Billy.  

Che dire di questa storia? Indubbiamente è un libro piuttosto corposo e non essendo un romanzo ma un reportage dal taglio giornalistico, la narrazione non ha la struttura, i colpi di scena e l'articolazione di un romanzo e può quindi risultare spesso piuttosto lenta e ripetitiva.
Keyes è riuscito comunque con grande abilità a ricostruire il puzzle della storia di Billy attraverso diversi incontri avvenuti proprio con lui che gli ha lentamente raccontato tutta la storia della sua vita. E' una storia raccontata in modo imparziale, senza giudicare e senza voler emettere una sentenza, ma semplicemente cercando di mostrare la verità e che cosa abbia vissuto Billy in tutta la sua vita.
Il libro termina la sua narrazione nel 1981, anno in cui questo libro ha visto la luce. Attraverso delle semplici ricerche on line è possibile comunque scoprire che cosa sia successo in seguito.
Billy venne trasferito altre due volte prima del 1991, anno in cui venne dichiarato finalmente "fuso". 
Il 12 Dicembre 2014 morì di Cancro nella casa di Cura a Columbus dichiarando di non aver mai smesso di convivere con le altre personalità.   
 
Quello che mi sento di dire è che consiglierei questo libro solo a coloro che, come me, sono sempre stato affascinati da tutto ciò che riguarda i disturbi mentale. 
Anche se detta così ... 

Lo sapevi che: Il libro fu pubblicato nel 1981 ma si parla nuovamente di questa storia da quando si è diffusa la notizia che avrebbero girato un film ispirato a questo libro e che il ruolo di Billy era stato affidato a Leonardo Di Caprio.
Dgli ultimi rumors sembra che la pellicola vedrà la luce nel mese di Dicembre 2017


 
GIUDIZIO




QUARTA DI COPERTINA
"Ogni volta che la gente era gentile prima o poi arrivava un conto da pagare."

"La cosa brutta non è rimanere senza amici, ma avere degli amici e non sentirli. Sentirsi soli anche in una stanza piena di gente."

"Un mondo senza dolore è un mondo senza sentimento...ma un mondo senza sentimento è un mondo senza dolore."

La La Land... quando un film non è solo un musical

"Ma è un musical?" mi chiedono le amiche storcendo il naso con aria annoiata quando dico di essere andata a vedere La La Land. 
Come spiegare che non è un filmetto scemo pieno di canzoni fini a se stesse ma un grande film con scene e fotografie  che strizzano l'occhio ai film degli anni 50-60?
Come spiegare che ci sono immagini da far venire la pelle d'oca? Che io guardavo quelle scene estasiata quasi trattenendo il respiro?
C'ho provato ragazzi, ho provato a spiegare la bellezza di questo capolavoro, ma dopo parole ed elogi spesi, la domanda era di nuovo sempre la stessa: 
"Ma però è un musical?"






La La Land è indubbiamente il film più chiacchierato del nuovo anno dopo la notizia delle 14 nomination ricevute agli oscar 2017. Un numero che ha permesso a questo film di entrare di diritto nella storia degli Academy Awards eguagliando Eva e Titanic.
La La Land è palesemente un omaggio in cinemascope e techincolor, al cinema anni 50-60 che aveva posto le basi della fama di Los Angeles.
Un musical frizzante, colorato, dinamico e coinvolgente con una Emma Stone che regala una magnifica prova di recitazione arrivando davvero a "bucare lo schermo" e un Ryan Gosling che per recitare in questo film, ha imparato a suonare il piano e a ballare il tip tap ma che ahimè, rimane decisamente in ombra rispetto alla sua compagna.
Le canzoni sono splendide, con una melodia malinconica che evoca tempi lontani. "City of stars" in particolare, riese a penetrarti fin sotto la pelle secondo me restando nella tua testa e nel tuo cuore anche nei giorni seguente la visione del film.



La La Land un progetto chiuso nel cassetto da diversi anni?

Sembra infatti che il regista Chazelle lavorasse da anni a questa idea ma non avesse mai ottenuto i finanziamenti e gli appoggi per poterla realizzare.
Un regista che osato e rischiato portando nelle sale una pellicola che punta su un genere che sembrava aver ormai fatto la sua storia, e lo fa nel migliore dei modi, omaggiandone proprio le origini.
E' riuscito a creare una considerevole quantità di scene da grande cinema, spesso magico e visionario, ma anche sognante e ritmicamente perfetto.

Non chiedetemi quindi se è un musical, perchè no, non è solo questo.
 


Wall art printables: la nuova tendenza per le pareti di casa

Torno ancora una volta a parlarvi di casa mia e del nuovo stile con cui sto tentando di arredarla. Oggi volevo parlarvi di quadri, ma non nella concezione più classica del termine, ma di quei quadri minimal che ho visto spesso nelle riviste di design ma anche in moltissimi blog dedicati allo stile e all'arredamento.
Nell'ultimo anno me ne sono perdutamente innamorata! 

Si tratta di stampe personalizzate che possono contenere un solo disegno piuttosto stilizzato, brevissime scritte o citazioni di personaggi famosi. La cosa bella di queste stampe è che rendono assolutamente unico e personale quello spazio di casa tua, perchè non ci sarà più il classico quadro con un vaso di fiori o un paesaggio che tanto mi ricordavano le vecchie case delle nonne, ma dei quadri che in qualche modo parlano di te e del tuo stile. Lo fanno attraverso una palette di colori, attraverso una scritta, un font particolare o una citazione.
Vi mostro qualche esempio preso dalla rete giusto per farvi capire di cosa sto parlando:





Sapevo che avrei voluto mettere tre piccole stampe sopra una mensola della sala quindi la prima cosa che ho fatto è stata cercare tre cornici adatte, sia nella misura che nello stile, in modo da poter poi ordinare le stampe già della giusta misura.
Avevo già adocchiato quelle bianche di Ikea, che ho sempre trovato semplici ma nello stesso tempo eleganti e minimal proprio come vorrei fosse lo stile di casa mia.
Ne ho quindi comprate tre: due medie e una piccola, in modo da creare poi sulla parete un certo movimento.
A questo punto non mi restava che trovare le stampe adatte. Bene. Vi dico solo che ho impiegato 6 mesi per decidermi.

Il sito più fornito per quanto mi riguarda è etsy. Quindi se cercate qualche prodotto di questo tipo vi consiglio di iniziare a spulciarlo per farvi qualche idea e vedere un po' cosa potrebbe piacervi. Un'ottima fonte di ispirazione è sicuramente anche Pinterest, vi basterà cercare "wall printables" e troverete un sacco di idee.
Dopo aver "perso" mesi navigando su questi siti avevo trovato un sacco di idee carine, ma dovendo mettere tre quadri volevo che in qualche modo i colori si richiamassero e in particolare volevo una citazione che non riuscivo a trovare. Non con lo stile e il font che volevo.
Mi sono quindi rivolta ad una ragazza eccezionale: Serena, che crea dei lavori fatti a mano assolutamente favolosi. 
Potete visitare il suo negozio su etsy Creative Attitude o la sua pagina facebook 
 
Le ho chiesto se era disposta a crearmi tre quadri per la parete del salotto e le ho mostrato degli esempi che avevo trovato su etsy chiedendole ovviamente determinate modifiche in modo che i colori e lo stile si richiamassero. E poi c'era quel quadro. Quello in cui volevo la mia citazione. Ci tenevo davvero troppo, era come mettere la mia firma sulla parete. E così è stato.



Nella prima stampa ho fatto inserire la scritta "Home sweet Home" all'interno di una ghirlanda di fiori color pastello. Un rosa chiaro predominante che ritroviamo poi sulla stampa più piccola ma anche sulla decorazione dell'ultimo quadro. Quella in cui potete vedere la citazione tratta dalla saga di Harry Potter.
Quella citazione rappresenta il mio amore per i libri, il mondo nel quale fin da bambina mi nascondo e al quale sento di appartenere.
Lo so, non saranno i grandi quadri di artisti famosi ma rendono la casa mia in un modo che quei quadri tanto "importanti" non avrebbero mai fatto.