La notte eterna del coniglio di Giacomo Gardumi - Recensione


Toc-toc Toc-toc ... è un bussare leggero, quasi impercettibile quello che sente Mark accostando l'orecchio alla porta d'acciaio del bunker sotterraneo. Quel bunker dove si sono nascosti lui e suo padre in seguito ad un'esplosione nuleare. La telecamera esterna però non rileva alcuna presenza. E quel bussare calmo, tranquillo, quasi sinistro ha qualcosa di assolutamente agghiacciante.


TITOLO: LA NOTTE ETERNA DEL CONIGLIO
AUTORE: GIACOMO GARDUMI
EDITORE: MARSILIO
PAGINE: 417






Un libro claustrofiobico che si sviluppa quasi completamente all'interno di un piccolo bunker sotterraneo, un bunker dove ha trovato rifugio Jane, la protagonista, insieme ad altre due persone, dopo aver sentito alla radio l'allarme lanciato in vista di un imminente attacco nucleare. 
Oltre a quel bunker ne esistono altri due, costruiti da familiari ed amici della protagonista, e i vari personaggi riescono a mantenere costantemente il contatto grazie a dei computer installati all'interno di ciascun rifugio.

Jane è una ragazza che si ritrova suo malgrado separata dal marito Mark, che trovandosi a casa del padre nel momento in cui è stato lanciato l'allarme, si ritrova a nascondersi in un altro bunker. Ed è proprio qui che i due uomini iniziano a sentire qualcuno o "qualcosa" bussare alla porta del rifugio. E' un rumore continuo, costante, tranquillo, quasi sinistro
Mark  riesce a registrarlo e a farlo ascoltare anche agli altri superstiti, nessuno però riesce a capire che cosa possa provocare quel rumore.
La telecamera esterna non rileva nessuna presenza. La polvere depositata dall'esplosione devanti al rifugio è intatta. Non ci sono segnali di movimenti o impronte lasciate davanti all'ingresso.
Un giorno però Mark intravede qualcosa nello schermo collegato alla telecamera esterna. Dura un istante ma è sicuro di quello che ha visto. Un enorme coniglio rosa.
Dopo averlo comunicato alla moglie interrompe il collegamento con gli altri rifugiati nel tentativo di raccogliere più informazioni possibili, ma quando Jane riceve una nuova richiesta di contatto dal rifugio in cui si trova suo marito, lo spettacolo che vede al di là dallo schermo è agghiacciante.
Un enorme coniglio rosa seduto davanti alla porta completamente intatta, con in grembo un'accetta insanguinata.

Come è riuscito ad entrare se la porta non è stata aperta? Chi o che cosa si cela dietro quell'essere?
Sono queste le domande a cui il lettore brama di trovare una risposta.
Una risposta che personalmente non mi ha completamente soddisfatta. Prima di spiegarvene il motivo, chiudo questa prima parte del post descrivendovi il libro come un'opera sicuramente in grado di incuriosire il lettore, ma nello stesso tempo estremamente lenta e temporeggiante in moltissimi punti.
Altre parti della narrazione le ho trovate davvero troppo irreali e tirate. Le parti dedicate alla figura del coniglio sono indubbiamente le migliori all'interno dell'opera e quelle che il lettore ha più fretta di raggiungere e di leggere. Devo ammettere anche che l'impatto visivo di queste scene è piuttosto forte, se non siete amanti dei film splatter tenetelo a mente.
Sono molto combattuta nell'esprimere un giudizio complessivo. Posso dire che non mi è dispiaciuto ma mi aspettavo davvero molto di più da questa storia.

CONSIDERAZIONI SUL FINALE (SPOILER)

Nel corso della lettura ho sempre cercato di vedere in questo libro molto di più di un semplice thriller fine a se stesso. Ho cercato di vedere delle chiavi di lettura più metaforiche, quasi quel bussare rappresentasse l'odio che tentiamo di tenere all'esterno ma che poi riesce ad invadere le nostre vite. Speravo che la scelta della figura del "coniglio" non fosse casuale ma una contrapposizione tra una creatura che solitamente rappresenta qualcosa di tenero e innocuo e un essere che nel libro diventa sanguinario e spietato. Speravo insomma in  un epilogo che evidenziasse questi punti, che creasse un parallelismo con la guerra che aveva innescato questi eventi. Epilogo che però ha decisamente deluso le mie aspettative.

LO SAPEVATE CHE... esiste un film realizzato in Italia ed ispirato a questo libro? E' stato prodotto da Rai Cinema e diretto da Valerio Boserman. Leggendo il libro e guardando le immagini del film è inevitabile non avvertire un richiamo ad un coniglio cinematografico ben più famoso: quello di Donnie Darko.

IL MIO GIUDIZIO



CITAZIONI

"Nell'inesprimibile desolazione di un mondo morto, non era certo l'orrore ad avere bisogno di un perchè"

"Qualche volta si riesce a scampare ad un incubo solo per precipitare in un altro"

1 commento:

  1. L'ho comprato alla fine dell'anno scorso dopo averci fatto una corte pazzesca e ancora non l'ho letto. Ecco... adesso sono perplessa, in questo genere di libri il finale è TUTTO!!!

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