Le migliori APP per modificare le foto per Instagram



Ve le ricordate le macchine fotografiche con i rullini? e quelle usa e getta? Se rispondete di "NO" significa che siete troppo giovani e io vi odio profondamente per questo!
Negli anni delle elementari prima di partire per una gita scolastica, pregavo mia mamma di prendermi una macchinetta Kodak usa e getta per poter immortalare gli attimi più belli della mia vacanza. Avendo un numero estremamente limitato di foto (solitamente 12), che poi dovevo pagare per sviluppare, certamente non perdevo tempo e denaro nel fotografare il cibo o i miei piedi in procinto di camminare sul marciapiede.
Dovevamo essere bravi all'epoca, molto bravi, cogliere solo le cose più belle e meritevoli di essere fotografate e non potevi sbagliare. Non c'era un cestino digitale in cui gettare la foto e non avevi modo di vederla in anteprima.
Lo so, erano tempi bui e difficili.

Crescendo ho raccimolato i soldini ricevuti per la cresima e mi sono presa la prima macchina fotografica vera...sempre con rullino ovviamente. Sono vecchia portate pazienza. Però almeno era una macchina "permanente" e non usa e getta come quelle che avevo usato fino a quel momento.
Solo durante gli anni delle superiori ho acquistato la mia prima macchina fotografica digitale e da lì la mia vita è cambiata.
Potevo fotografare ogni cosa, anche il cestino della spazzatura diventava artistico e fotografabile, tanto poi potevo salvarlo sul computer senza l'obbligo di sviluppare nulla.
Sapete che non ricordo nemmeno l'ultima volta che ho portato delle foto a far sviluppare? Forse qualche foto del matrimonio? Probabilmente si.

Con gli smartphone e Instagram la passione per le fotografie è diventata un vero e proprio mondo social di condivisione e, se devo dirvela tutta, ad oggi rimane il mio social preferito.
Quando pubblico una foto su Instagram una delle domande che mi vengono poste più spesso riguarda proprio le applicazioni utilizzate per modificare o inserire determinati testi nelle foto, così ho pensato di raccogliere qui le app che uso di più, nella speranza che questo post possa esservi utile in qualche modo.

La prima app di cui vi voglio parlare si chiama "Studio"ed  è proprio quella che uso per inserire i testi che vi piacciono tanto nelle foto che pubblico sul mio profilo.

E' un'applicazione dove potete scegliere se inserire semplicemente un testo scegliendo tra diversi font davvero molto belli, oppure se prendere spunto nella home dalle foto di altre persone e utilizzare le loro stesse scritte e/o effetti grafici applicandoli sulle vostre foto. Funziona per livelli un po' come photoshop e non è proprio così intuititva da utilizzare, ma una volta che ci avrete preso mano vi assicuro che non potrete più farne a meno.

foto modificata inserendo un testo con l'app "Studio"


Per quanto riguarda i filtri ne ho diverse ma quelle che utilizzo di più in assoluto sono:

YouCam Perfect

LINE Camera

Nella maggioranza dei casi utilizzo la prima dove puoi scegliere i filtri anche in base al soggetto della foto (ritratto, scenario, cibo...) e devo dire che ha delle opzioni davvero interessanti.
La seconda che vi ho citato rimane cmq un'ottima alternativa e permette di inserire anche degli stickers nelle vostre foto... vogliamo non mettere un orsetto puccioso nella nostra fotografia???


Parliamo ora di fotoritocco; ho trovato due applicazioni che mi permettono davvero di fare miracoli senza dover accendere il computer. La foto che vedete qui sotto (sorvolate sulle cavolate con cui mi diletto nelle tristi serate piovose) l'ho modificata in 10 minuti interamente con il telefono utilizzando un'app che si chiama Photoshop Mix.



Anche in questo caso ho smanettato un po' per capire come usare le varie funzioni ma offre un servizio davvero strepitoso per essere una semplice applicazione.
Altra app che uso molto per unire diverse fotografie, sovrapporle o ridimensionarle è PicsArt. Anche questa a mio avviso davvero validissima.

Ora avete carpito tutti i miei segreti e posso morire tranquilla...magari non subito cosa dite?
Se conoscete anche voi delle applicazioni carine in ambito della fotografia e del fotoritocco sono tutta orecchie.

La figlia femmina di Anna Giurickovic Dato - recensione



Una di quelle storie che fanno male, che scavano dentro di te nel profondo tanto da trovare un posto in cui sedimentarsi per diverso tempo. Una storia disturbante, scritta con una maestria tale da nascondere perfettamente il fatto che si tratta di un'opera prima.


TITOLO: LA FIGLIA FEMMINA
AUTORE: ANNA GIURICKOVIC DATO
EDITORE: FAZI
PAGINE: 183




Una storia breve, che arriva rapida e veloce come il dolore dopo una ferita e che riesce a lasciare una cicatrice visibile per molto tempo. Non potrei descrivere diversamente questo libro.
Un romanzo che si alterna tra presente e passato, tra innocenza e spudoratezza. Un carattere, quello della Maria adolescente, che cozza completamente con la bambina che corre davanti ai nostri occhi di tanto in tanto nel corso del libro. Quasi a volerci ricordare com'era Maria, quasi a ricordarci la sua innocenza. Un'innocenza che traspariva da suoi giochi, dalle sue domande, dal suo essere bambina.
Una bambina che però inizia a cambiare lentamente. Inizia ad avere comportamenti violenti a scuola, ad avere manifestazioni fisiche strane per la sua età e a fare disegni decisamente ambigui.
Il campanello d'allarme scatta nelle maestre che cercano un confronto con la madre. Una madre troppo cieca per vedere quello che stava succedendo tra le mura della sua famiglia perfetta. Non vedeva o non voleva vedere quello che aveva sempre avuto davanti agli occhi, ancora prima che Maria nascesse.
Ed è stato questo a distruggere quell'innocenza che ancora ci viene mostrata di tanto in tanto, alternata a quello che Maria è diventata. Una ragazza che usa il suo corpo come uno strumento di potere, uno strumento con il quale ha capito di poter controllare gli uomini. Ma non sono i ragazzi della sua età quelli con cui cerca un contatto, ma gli uomini molto più grandi di lei. La situazione arriverà a degenerare quando supererà ancora una volta il limite con il nuovo compagno di sua madre, quella donna che ancora una volta chiuderà gli occhi per non vedere quello che sua figlia è diventata. Per non pensare che in fondo è anche colpa sua se quella bambina non esiste più.

Un storia che si alterna tra presente e passato, tra Rabat e Roma, dove Maria e sua madre sono tornate a vivere dopo la morte del padre. Una morte sulla quale farete luce lentamente fino all'inaspettato colpo di scena.

Una storia difficile, che ti porta immediatamente nel cuore della vicenda senza edulcorare la pillola, mostrandoti immediatamente qual è la causa di tutto. Lo stupro di un padre verso la sua bambina. Non ci sono modi gentili o eleganti per raccontarlo. Non ci sono modi per renderlo più facile da affrontare perchè non lo è, e l'autrice te lo ricorda portandoti in quella camera da letto dopo poche righe, quando nella tua mente c'era ancora l'eco delle risate di una bambina.

Incredibile pensare che un'autrice di soli 27 anni abbia potuto dare origine ad una storia di tale spessore e scritta con questa maestria.

IL MIO GIUDIZIO 



 QUARTA DI COPERTINA

Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l'uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un'atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia? "La figlia femmina" mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli.

I misteri di Chulk Hill di Susanne Goga - Recensione





Nel giro di una ventina di giorni mi sono trovata diversi messaggi nella chat della mia pagina facebook dove alcuni di voi (o meglio gli amici di youtube) mi consigliavano di leggere questo libro. Ritrovarsi lo stesso consiglio, diverse volte nel giro di un paio di settimane, vi garantisco che fa pensare.
Così mi sono decisa e l'ho acquistato. Non conoscendo l'autrice ed essendo io tristemente povera, ho preferito comprarlo su libraccio dove fortunatamente l'ho trovato in condizioni piuttosto buone.
Bravo libraccio!


 TITOLO: I misteri di Chalk Hill
 AUTORE: Susanne Goga
 EDITORE: Giunti
 PAGINE: 414





Leggere questa storia mi ha fatto capire quanto le persone che mi seguono siano arrivate a conoscere me e i miei gusti, e vi giuro che mentre leggevo queste pagine mi ritrovavo a sorridere per questo motivo. Era una sensazione bellissima. Che sia l'età a rendere così sdolcinati? 

La storia presenta quell'ambientazione inglese vittoriana che adoro, una grande villa dove vive una bambina che ha da pochi mesi perso sua madre.  E' per lei che il padre cerca un'istitutrice, qualcuno che possa seguirla negli studi ma anche nell'educazione necessaria ad una bambina per entrare in società. Qualcuno che possa insegnarle a suonare uno strumento, a dipingere, a ricamare e magari anche una lingua straniera.
Charlotte, una ragazza tedesca, risponde a questo annuncio per lasciarsi alle spalle il suo passato, e viene assunta all'interno di Chalk Hill.
Adoro le storie in cui queste grandi ville diventano in qualche modo un personaggio vivo e presente all'interno del romanzo. Un luogo in cui lo stesso lettore possa perdersi e del quale possa invaghirsi.
Charlotte scoprirà presto che in quella casa sta succedendo qualcosa di strano, qualcosa che riguarda la piccola Emily. 
Fin dalle prima notti in quella casa Charlotte viene svegliata dalle urla di quella bambina, quando però entra nella sua stanza trova la tata già seduta sul letto intenta a consolarla.
Gli episodi iniziano a diventare sempre più frequenti e sempre più gravi e Charlotte inizia ad indagare per scoprire cosa sia realmente successo alla madre di Emily. Quella donna che la figlia dice di vedere di notte nella sua stanza.
Nessuno però in quella casa può pronunciare il suo nome da quando è morta. Nessuno sembra voler dire quale sia il terribile passato che si cela in quella casa.

La storia mi è piaciuta davvero molto. Non avevo mai affrontato questa autrice ma devo dire che la sua scrittura è davvero ammaliante. Possiede la dote di far scorrere davanti agli occhi le pagine e senza che tu possa rendertene conto, crea quella magia per cui non smetteresti più di leggerlo.
Piccola nota in merito al finale (non farò spoiler tranquilli). 
Per quanto mi riguarda il finale è abbastanza scontato, avevo intuito con largo anticipo come si sarebbe risolto il mistero e quindi come l'autrice avrebbe concluso la storia, ma nonostante questo non sono mai, e dico mai, arrivata a perdere interesse per questo romanzo.
Se cercate un buon libro di intrattenimento con un mistero da scoprire e questo stile vittoriano che io amo tanto ve lo consiglio davvero. 

IL MIO GIUDIZIO



QUARTA DI COPERTINA

È il 1890 e Charlotte, giovane istitutrice berlinese, abbandona tutto per raggiungere l'Inghilterra, decisa a rifarsi una vita dopo una terribile delusione d'amore. Giunta nella splendida tenuta di Chalk Hill, sulle verdi colline del Surrey, dovrà occuparsi della piccola Emily, l'incantevole figlia dell'altezzoso sir Andrew. Tra Charlotte e la bambina nasce subito un forte affetto, turbato però da un evento tragico che continua a tormentarla. Da quando la madre è morta in circostanze misteriose, Emily è convinta di vederne lo spettro, soffre di sonnambulismo e prova un inspiegabile terrore alla vista del fiume che scorre accanto alla villa. Charlotte tenta di indagare, ma nessuno dei domestici osa rompere il silenzio imposto dal vedovo sulla morte di lady Ellen. Solo con l'aiuto dell'affascinante giornalista Thomas Ashdown, chiamato a investigare sulle strane apparizioni che avvengono nella casa, Charlotte riuscirà a far luce su un segreto sconvolgente, nascosto tra le antiche mura di Chalk Hill. E forse, a poco a poco, imparerà di nuovo a credere nell'amore...


Le bambine dimenticate di Sara Blædel - Recensione



L'ho visto in libreria ancora qualche settimana fa ed è stato uno di quei casi in cui non sono riuscita proprio a trattenermi, dovevo prendere in mano questo libro. Tutto sembrava dire "leggimi", "sarò una storia fighissima", così l'ho rigirato tra le mie mani e leggendo la quarta di copertina la mia curiosità è arrivata alle stelle. Vedendo il treno in arrivo sul primo binario ho posato il libro lanciandogli un'ultima occhiata dispiaciuta: "tornerò, te lo prometto", e qualche giorno dopo mi ha contatta la Fazi editore che gentilmente ha posto fine alle mie agonie inviandomi una copia de "le bambine dimenticate."


TITOLO: LE BAMBINE DIMENTICATE
AUTORE: SARA BLAEDEL
EDITORE: FAZI
PAGINE: 283





Ho amato questo libro fin dalle prime righe, ha saputo creare da subito quel magico incantesimo per cui non riesci più a fare niente, nemmeno la doccia, per non staccare gli occhi dalle sue pagine. 
La storia potrebbe essere definita un giallo, ma la trovo quasi riduttiva come etichetta. E' un romanzo articolato benissimo dove la vicenda si apre con il ritrovamente di un cadavere. Una donna era stata brutalmente uccisa dopo aver subito una violenza sessuale e il suo cadavere era stato abbandonato in un bosco. Quello che salta subito agli occhi alla polizia è che il cadavere presenta un'enorme cicatrice che ricopre gran parte del viso, caratteristica che dovrebbe renderla facilmente riconoscibile, ma più passano i giorni, più proseguono le indagini e più brancolano nel buio. Nessuno in quel paese sembra conoscere quella donna.
Questo almeno finchè non viene identificata da un'infermiera che molti anni prima lavorava in una struttura psichiatrica infantile, una sorta di ospedale psichiatrico in cui, tra le varie bambine abbandonate, aveva in cura una bambina che aveva quella stessa cicatrice. Una bambina che però venne dichiarata morta molti anni prima insieme a sua sorella gemella.
Era un luogo terribile, dove i bambini con problemi mentali venivano letteralmente abbandonati dai genitori, e quando questi cercavano di mantenere comunque un contatto era lo stesso ospedale ad incentivare la rottura dei rapporti con la famiglia di origine. Avrebbero solo innervosito i pazienti, così dicevano i responsabili di quella strana clinica, dove i poveri bambini dimenticati passavano le giornate guardando fuori dal grande cancello sperando nell'arrivo dei genitori.
Che cosa succedeva davvero all'interno di quella struttura? Dove è rimasta quella donna in tutti questi anni?

Un mistero che arriverete a scoprire piano piano, mettendo insieme un tassello dopo l'altro fino all'inimmaginabile finale. Uno di quei finali descritti così bene che hai la sensazione di vedere quella scena terribile davanti ai tuoi occhi e che riesce a farti star male per diverso tempo.

Sara Blaedel, una delle principali scrittrici danesi di Crime story ci regala un libro scritto davvero benissimo, un giallo avvicinente, mai banale e sviluppato magistralmente. Una caratterizzazione fantastica dei personaggi e una storia che non ha mai punti morti. Credetemi non potrete mettere giù questo libro. No, nemmeno per lavarvi.

IL MIO GIUDIZIO



 QUARTA DI COPERTINA

Il cadavere di una donna viene trovato in un bosco isolato. Ha subito violenze sessuali e ha una strana, lunga cicatrice che le solca il viso. Nessuno ne ha denunciato la scomparsa. A essere incaricata delle indagini è Louise Rick, a capo del Servizio Investigativo Speciale, affiancata da Eik Nordstrøm. Lei donna materna sotto la scorza dura, lui bello e dannato. Agnete Eskildsen, una vecchia infermiera, finalmente riconosce il corpo: la donna si chiama Lisemette ed era una paziente dell’ospedale psichiatrico infantile Eliselund, dove lei lavorava trent’anni prima. Una bambina dimenticata, come tutti gli altri dell’istituto, abbandonata dalla famiglia e dal mondo. Presto Louise scopre che Lisemette aveva una sorella gemella, ed entrambe erano state dichiarate morte quand’erano ancora piccole. È solo la prima di una serie di scoperte sempre più inquietanti, sull’infanzia di Lisemette e su quello che accadeva dietro le porte di Eliselund. A complicare ulteriormente le cose, le indagini portano Louise nei pressi della casa dov’è cresciuta, costringendola a fare i conti con un terribile segreto del suo passato che tornerà a galla insistentemente. Una vicenda intrigante e avvincente che terrà il lettore incollato alle pagine.
Il primo libro di una nuova, emozionante serie bestseller pluripremiata, firmata dalla più popolare scrittrice di crime danese.

Nicole Spose vince l'oscar per l'abito da sposa 2017


 Non dovrei più guardare abiti da sposa, non dovrei nemmeno più interessarmi al mondo bianco e plissettato dei matrimoni, eppure... eppure eccomi qui, a guardare con occhi adoranti foto di meravigliosi abiti bianchi. Credo sia proprio una malattia la mia, non posso farne a meno, ogni anno nella stagione dei matrimoni cado vittima della mia debolezza.
Gli abiti da sposa hanno sempre avuto un fascino irresistibile su di me. Fin da bambina spalancavo gli occhioni davanti ai quei vestiti principeschi che sembravano usciti da una favola. Ho immaginato mille volte il giorno del mio matrimonio, l'ingresso in chiesa e quell'abito meraviglioso che per quel giorno sarebbe stato solo mio.
Forse proprio per questa ossessione ho avuto tanti dubbi quando è stato il momento di scegliere il mio abito da sposa.
Tralasciando traumi passati volevo guardare e commentare con voi la prima edizione degli oscar dedicati al mondo del matrimonio lanciati da Elle.
Una premiazione che si è tenuta lo scorso 19 maggio a Milano e che era diretta a premiare le principali categorie dedicate appunto al mondo del matrimonio.
Non sono mai stata una persona molto paziente e voi? Direi che possiamo passare direttamente alla categoria che più ci interessa: l'abito da sposa.
Certo, certo, anche il marito è importante, anche il suo abito avrà un ruolo da protagonista e bla bla bla...cosa stavamo dicendo? L'abito da sposa.
Sono stati 19 i finalisti a questo ambitissimo premio, vediamone alcuni insieme.

                      Monique Lhuillier

Il pizzo qui è favoloso secondo me! Guardate la lavorazione del corpetto, e le linee morbide della gonna! Un sogno!

  
Delpozo

Qui devo farvi vedere necessariamente anche il retro perchè è assolutamente favoloso.Guardate poi come esalta la figura la gonna! Lo adoro!




Antonio Riva
Ehm... l'abito è indubbiamente "importante" però fatico ad immaginare una ragazza normale dentro a questo coso. Io almeno mi ci perderei. Non so nemmeno infilare una cannotta incrociata sul retro senza istruzioni...


Monique Lhuillier
Indubbiamente alternativo e dallo stile alquanto singolare. E' già il secondo abito di questo stilista che finisce in finale. Preferisco il primo se devo essere sincera. 

Pronovias
Un pronovias non poteva mancare. Era uno dei miei brand preferiti anche nell'anno in cui ho scelto il mio abito. Anche in questo caso piccola come sono mi perderei dentro ad un abito del genere, ma indubbiamente diventerebbe il protagonista
indiscusso della giornata.


Nicole & Felicia Couture
Molto impegnativo e forse anche dallo stile "invernale" però personalmente lo trovo elegantissimo ed estremamente raffinato.

Tra questi che vi ho mostrato il mio preferito rimane il primo...ma, veniamo al vincitore? L'oscar per gli abiti da sposa 2017 è andato a un vestito della collezione Nicole Spose firmato Alessandra Rinaudo

Indubbiamente un vestito meraviglioso. Io forse sono di parte perchè adoro le linee di Nicole Spose. E' sempre stata una delle mie collezioni preferite, quest'abito però unisce le tendenze del momento ad uno stile classico e in qualche modo intramontabile.
Guardate che lavorazione meravigliosa, che retro elegante e principesco senza però essere eccessivo.
Insomma concordo assolutamente con la scelta della giuria.
Quando posso sposarmi di nuovo??? Sempre con lo stesso uomo sia chiaro, non ho la pazienza per educarne un altro.